Come Proteggersi Dalle Onde Wifi?
Faustino Lupi
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Come proteggersi dalle onde elettromagnetiche – Elettrosmog Tex. Difesa dall’inquinamento elettromagnetico Difendersi dall’elettrosmog è possibile! È possibile difendersi dall’elettrosmog in casa o in ufficio utilizzando delle protezioni da onde elettromagnetiche certificate e verificabili, In caso di valori medio bassi la schermatura elettromagnetica si applica alle finestre come una normale tenda ed è spesso sufficiente a rientrare nei valori prudenziali, consigliati dal Prof. Angelo Levis e dal Dr. Fiorenzo Marinelli, al di sotto di 0,6 Volt/metro (V/m), (ndr.
- Il valore di legge è 6 V/m), per i lunghi periodi di esposizione all’elettrosmog che si hanno in casa ed ufficio.
- Comunque il valore di 0,6 V/m deve essere considerato un limite massimo e poco prudenziale.
- Il valore raccomandabile più cautelativo e preventivo è al di sotto dei 0,2 V/m ma utopico e non raggiungibile nella maggior parte delle case non fosse altro per la somma delle emissioni dei wifi e dei cordless dei vicini.
In caso di valori alti la schermatura elettromagnetica si applica anche ai muri, specialmente se di foratini o poroton. Le mura spesse, compatte e antiche sono una buona protezione dall’elettrosmog. Si può schermare una parete con una tenda schermante che copre mura e finestre oppure applicando il tessuto schermante al muro con colla da parati, con rasante o con pannelli in cartongesso abbinati al tessuto schermante. Eliminare le onde elettromagnetiche in casa utilizzando materiali schermanti le onde elettromagnetiche e tessuti schermanti certificati è fattibile. Un ripetitore per la telefonia mobile sul palazzo di fronte crea campi elettromagnetici ad alta frequenza, microonde ( GSM, UMTS, 4G, 5G ) e con una appropriata schermatura elettromagnetica può raggiungere il 90% di attenuazione dell’elettrosmog,
L’ inquinamento da onde elettromagnetiche in casa, seppure in misura minore rispetto alle emissioni elettromagnetiche di un ponte radio per la telefonia mobile o di un ripetitore FM, TV, può essere comunque ridotto con un comportamento basato sul principio di precauzione spegnendo il Wifi quando non viene usato, usando il telefono fisso invece di cordless e cellulari, evitando di usare forni a microonde e piani di cottura ad induzione, TV collegate al Wifi, baby phone audio o video.
- Rimangono le seppure deboli radiazioni elettromagnetiche dei Wifi e cordless dei vicini che a volte sono installati sul muro di confine degli appartamenti e che possono essere dietro la testata del letto,
- In questi casi si applica il tessuto schermante Elettrosmog Tex ® sul muro della camera da letto ricoprendo con carta da parati o rasante o pannelli in cartongesso il materiale schermante l’elettrosmog che, avendo una quadrettatura di soli 0,55 mm ed il 10% di lega metallica schermante è la soluzione per la protezione dalle onde elettromagnetiche più versatile e di facile applicazione che protegge fino alle frequenze più alte,
Non ha bisogno di messa a terra elettrica. Nella scelta di un tessuto schermante l’elettrosmog bisogna considerare principalmente: – Percentuale di lega metallica, Si va dal 3% dei materiali schermanti più economici al 10% dell’ Elettrosmog Tex ® per altissime prestazioni di riduzione e mitigazione delle radiazioni elettromagnetiche specialmente sulle alte frequenze dei ripetitori per telefonia mobile, Wifi, cordless, baby phone.
Quadrettatura 0,55 mm, 10% filamento lega metallica. Quadrettatura 5 mm, 3% filamento lega metallica. Una situazione molto comune è vivere vicino ad un ripetitore per i cellulari (stazioni radio base SRB) e bisogna sapere come difendersi dall’elettrosmog generato da questo tipo di antenne ricetrasmittenti (800 – 2200 MHz) che entra in casa specialmente attraverso le vetrate.
Un recente studio dell’Istituto Ramazzini di Bologna ha rilevato tumori maligni del cuore del tipo schawnnomi che aggrediscono il sistema nervoso e tumori al cervello in un esperimento di lungo periodo su topi irradiati dal concepimento e per 19 ore al giorno con le stesse frequenze utilizzate dalle torri ripetitrici per la telefonia mobile equivalenti alle emissioni ambientali di un ripetitore da 1.8 GHz.
Tale studio conferma un’analoga ricerca americana National Toxicologic Program che, con potenze superiori, aveva ottenuto gli stessi risultati. Ciò dimostra che l’ inquinamento elettromagnetico in casa, di fronte ad un ripetitore per telefonia mobile, dopo lunghi periodi di esposizione, può comportare un pericolo per la salute ed il rischio di malattie gravi.
I ripetitori di telefonia mobile non andrebbero installati nei pressi di scuole ed ospedali per la tutela di bambini e malati. Lo stesso principio dovrebbe valere per le abitazioni e gli appartamenti dove i bambini vivono per la maggior parte del tempo.
In tutto il mondo si sta, in alcuni casi, tornando alla rete cablata negli istituti scolastici, biblioteche, ospedali, riducendo le connessioni wi-fi, Gli smartphone, il modem Wi-Fi, i telefoni cordless, i forni a microonde sono sicure fonti di inquinamento elettromagnetico, – Ipersensibilità ai Campi Elettromagnetici.
Sono state testimoniati da molti elettrosensibili alcuni problemi, anche dopo pochi mesi di esposizione ai ripetitori per cellulari, che cominciano con disturbi al sonno con frequenti risvegli (la ghiandola Pineale vede le radiazioni artificiali come luce e produce poca Melatonina rendendo impossibile un sonno profondo e ristoratore ).
- Sono i sintomi dell’inizio dell’elettrosensibilità EHS che, se non si prendono le dovute precauzioni, come la schermatura elettromagnetica della casa o almeno della camera da letto, possono evolvere con disturbi di vario tipo variabile da individuo ad individuo.
- Alcuni sintomi che possono essere attribuiti all’ inquinamento elettromagnetico : Sensazione di stordimento con malessere diffuso, cefalee, insonnia o sonno non ristoratore, debolezza e stanchezza fisica, riduzione della memoria e difficoltà di concentrazione, dolori localizzati o diffusi simili a una sindrome influenzale, eruzioni cutanee, disturbi uditivi, tinnito tipo ronzio, sibilo o fischio, continuo o discontinuo), visivi e dell’equilibrio, alterazioni dell’umore, aggressività od apatia, sbalzi della pressione, palpitazioni cardiache, ansia ed inquietudine, formicolio degli arti e delle dita dopo avere tenuto in mano un cellulare per lungo tempo.
Tali disturbi avvengono maggiormente e più intensamente nei soggetti portatori di protesi metalliche (effetto antenna) ed a persone che hanno o hanno avuto otturazioni dentali in amalgama al mercurio. Il mercurio si diffonde lentamente e si fissa stabilmente ad organi e sistema nervoso aumentandone la conducibilità elettrica,
Per questi motivi è ormai doveroso per se stessi e per la propria famiglia, specialmente dove ci sono dei bambini, misurare le onde elettromagnetiche in casa e prendere i provvedimenti prudenziali basati sul principio di precauzione per raggiungere una riduzione dell’elettrosmog che possa minimizzare significativamente il rischio dato dall’ inquinamento elettromagnetico in casa.
Inquinamento elettromagnetico: come proteggere la Casa
Si raccomanda in particolar modo la protezione dei bambini che sono molto più vulnerabili di un adulto agli effetti della irradiazione elettromagnetica, Fin dai 9 mesi nell’utero materno subiscono i campi elettromagnetici dello smartphone che la madre inconsapevole usa in continuazione.
- I tessuti materni, pelle, grasso, muscoli, utero contribuiscono a schermare in parte il feto anche se un’influenza seppur minima di onde elettromagnetiche ci sarà su un organismo in continua e delicatissima crescita ed evoluzione.
- È consigliabile realizzare prémaman schermanti con il tessuto schermante Elettrosmog Tex® per difendere il bambino e la mamma incinta dalle radiazioni elettromagnetiche,
Dopo la nascita, vicino alla culla del neonato, gli incoscienti genitori installeranno una telecamera wifi o un baby phone e, per far divertire il pupo, gli faranno vedere i cartoni animati sullo smartphone con connessione dati e wifi attivi. E il neonato ora non ha più nessuna protezione dall’inquinamento elettromagnetico,
È consigliabile realizzare culle schermate con il tessuto schermante Elettrosmog Tex® per difendere il bambino dalle radiazioni elettromagnetiche, Durante la crescita bisogna evitare ai bambini l’uso degli smartphone e farli vivere in ambienti protetti dall’elettrosmog, – Per una buona bonifica dall’inquinamento elettromagnetico è necessaria una misurazione delle onde elettromagnetiche con strumenti professionali e certificati e la progettazione da parte di un esperto.
Il è in grado di mettervi in contatto con tecnici qualificati in quasi tutta Italia, dotati di strumentazioni affidabili e certificate e, dopo avere visionato la relazione tecnica sulla misurazione dell’inquinamento elettromagnetico riscontrato, progettare una schermatura dell’elettrosmog e fornire i materiali schermanti più adatti.
Tra i vari materiali schermanti i tessuti per la protezione da elettrosmog sono sicuramente i più facili da applicare, non rilasciano sostanze tossiche e, nel caso dell’Elettrosmog Tex®, non hanno bisogno della messa a terra non essendo conduttivi e non essendo una Gabbia di Faraday bensì agendo per riflessione delle onde elettromagnetiche.
Esistono anche vernici schermanti le onde elettromagnetiche ma, essendo altamente conduttive hanno bisogno di una valida messa a terra indipendente dalla terra condominiale e di non facile realizzazione nei piani alti. Queste vernici schermanti di colore nero sono composte da polveri finissime di grafite, carbonio o metalli che, una volta applicate e ricoperte di altra pittura rilasceranno prima o poi le loro polveri nell’ambiente,
I tessuti schermanti sono invece inerti e rimovibili. Secondo i principi della Bioarchitettura e Baubiologie bisogna evitare di utilizzare in edilizia materiali dannosi o allergeni come piombo, nichel, polveri sottili, formaldeide e molti altri. Ci sono tessuti schermanti di varie tipologie e le caratteristiche principali per scegliere il prodotto schermante più adatto è riassunto in questa tabella.
In verde le caratteristiche importanti per determinare la resa della schermatura anti-elettrosmog. In giallo la caratteristica più importante, La quantità di filamento di lega metallica schermante espressa in percentuale. Questi sono i risultati di un lavoro di misurazione dell’elettrosmog, analisi e progettazione e realizzazione di una schermatura eseguite a Milano dallo Studio Bramati & Grieco utilizzando il tessuto schermante Elettrosmog Tex ® secondo i principi della Bioarchitettura e Baubiologie.
Fase 1 – Analisi della radiazione elettromagnetica proveniente da un ripetitore per cellulari dopo una misurazione certificata. Fase 2 – Progettazione e messa in opera della schermatura elettromagnetica e risultato finale. Come si utilizzano ed installano le protezioni schermanti l’elettrosmog, Utilizzo come tendaggio.
Il montaggio della tenda schermante Elettrosmog Tex ® consiste nella misurazione, taglio, bordatura ed installazione del tessuto schermante, che ha un aspetto bianco ghiaccio semitrasparente e traspirante. Le tende vanno chiuse lateralmente, coprendo circa 20 cm per lato ed utilizzando i binari curvi ai lati che portano la tenda a contatto del muro ( 349/5594320 Costanza Iovino di Casa Fiorentina ) o Ikea.
La parte superiore del sostegno delle tende può essere foderata con lo stesso tessuto applicato su una sagoma di compensato o cartone. La larghezza del tessuto schermante Elettrosmog Tex ® Gabardine 0,55 mm, 10% di filamento schermante è di 205 cm compresa la cimosa. Dopo l’orlatura si ottiene un telo di 200 cm di larghezza sufficiente a coprire una finestra o porta finestra di massimo 150 cm.
Per vetrate più larghe il tessuto schermante Elettrosmog Tex ® viene installato con due o più teli affiancati ed apertura delle tende schermanti al centro. L’altezza delle tende schermanti deve essere misurata coprendo l’eventuale cassonetto della serranda (è vuoto) e facendo in modo che il tessuto sfiori il pavimento.
- Non bisogna lasciare spazi aperti con aperture maggiori di 3/4 cm per non ridurre l’ efficacia della schermatura,
- Seguendo queste semplici regole si raggiunge spesso un abbattimento del 90% dell’ onda elettromagnetica originaria.
- Esempio: 6 V/m diventano 0,6 V/m o meno.
- Il tipo e spessore delle mura con cui è costruito l’edificio sono variabili che incidono nella capacità di schermatura dell’emissioni elettromagnetiche e vanno valutate caso per caso.
Rilevando mura sottili o con vuoti interni è necessario estendere la protezione elettromagnetica anche alle pareti perimetrali della casa. Applicazione del tessuto schermante Elettrosmog Tex ® a mura e pareti. Sia su mura esterne che interne. Si applica sul muro o sui mattoni un primo strato di collante per piastrelle a scivolamento nullo della Mapei a granulometria molto fine.
- – Si stende il tessuto, presentato con dei chiodini provvisori, premendolo con un pennello umido o un rullo per far assorbire il collante.
- – Si stende una seconda mano di collante con una spatola rigata in modo da migliorare l’aderenza con la finitura finale.
- – Si applica l’intonaco e la pittura finale.
Esternamente, l’applicazione del tessuto schermante, è più semplice in quanto sono presenti solo rubinetti per irrigazione e qualche presa a 220V.
- Internamente, la procedura da seguire è:
- – Applicazione di una banda di tessuto schermante larga 30 cm sul muro perimetrale prima di costruire i tramezzi divisori.
- – Installare utenze idrauliche ed elettriche mediante apertura e chiusura di apposite tracce.
- – Applicazione del tessuto schermante sulle mura perimetrali tagliandolo solo in corrispondenza delle scatole di derivazione e delle prese elettriche, dell’uscita dei tubi idraulici etc.
- -Applicazione del tessuto schermante all’ interno dei coperchi delle scatole di derivazione ed all’ interno delle scatole di prese ed interruttori.
- Come applicare il tessuto schermante Elettrosmog Tex® all’ intonaco.
Il tessuto schermante Elettrosmog Tex ® può essere applicato per schermare le pareti esterne di una casa (in particolare della camera da letto ) ma anche le pareti interne confinanti con i vicini. In questo caso, per l’installazione basta seguire le modalità di seguito illustrata.
- Le pareti devono essere ben pulite rimuovendo le parti friabili e distaccate di intonaco con rasatura e ripristino di eventuali difetti (fori, graffi).
- Dopo la preparazione si prosegue applicando un primer fissativo tipo acrilico ad alto fissaggio.
- Si può iniziare ad applicare il tessuto schermante Elettrosmog Tex ® come si applica la carta da parati usando un idoneo collante ecologico.
Per applicare il tessuto schermante Elettrosmog Tex ® sul soffitto è utile utilizzare un rotolo in PVC o cartone avvolgendoci il tessuto stesso e srotolandolo sull’adesivo. Con un pennello o rullo si avrà cura di spianare il tessuto schermante Elettrosmog Tex ® al fine di eliminare bolle d’aria e pieghe realizzando così una perfetta aderenza alla parete.
Per i punti non piani e dove si trovano scatole per interruttori e prese elettriche è meglio sagomare il tessuto prima dell’installazione in quanto è difficile sagomare il tessuto dopo l’incollaggio. Terminata l’applicazione del tessuto schermante Elettrosmog Tex ® si lascia essiccare la colla e si continua con la “rasatura” applicando uno o più strati di una malta fine a base di gesso e grassello di calce.
Possono essere necessarie più mani fino alla intera copertura del tessuto schermante, Dopo il lavoro di rasatura si passa alla stuccatura completando la preparazione per due o più mani di tinteggiatura. Come proteggersi dalle onde elettromagnetiche dei cellulari,
Il Laboratorio elettrosmog sito in ALBANO LAZIALE (Rm) ha anche ideato e realizzato una valida protezione per il trasporto del cellulare in tasca, borsa, zaino o marsupio. Il tessuto schermante Elettrosmog Tex ® è stato spalmato su un lato con un adesivo termico ecologico che, essendo una superfice adesiva ad isole, mantiene l’indispensabile traspirabilità.
Si ritaglia e si applica facilmente con un ferro da stiro o un asciugacapelli sul retro delle tasche curando che la pezza schermante stia tra il corpo e lo smartphone lasciando il cellulare libero verso l’esterno. è il tessuto elettroriflettente, ecosostenibile, che applicato facilmente con il calore del ferro da stiro sulle tasche interne dei pantaloni e jeans, protegge efficacemente gli organi genitali dal rischio ormai accertato di infertilità causata dagli smartphone accesi, inseriti nelle tasche anteriori o posteriori.
- Approfondimento sul tema elettrosmog e schermature dalle onde elettromagnetiche.
- – ( schermature e misurazioni elettrosmog )
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: Come proteggersi dalle onde elettromagnetiche – Elettrosmog Tex. Difesa dall’inquinamento elettromagnetico
Come proteggersi dalle onde Wi-Fi?
Domanda di: Dott. Assia Silvestri | Ultimo aggiornamento: 6 agosto 2022 Valutazione: 4.5/5 ( 44 voti ) Come proteggersi dalle Onde Elettromagnetiche in casa
Preferire reti Wi-Fi al posto delle rete 3G/4G/5G quando possibile;Utilizzare le cuffie bluetooth o con filo quando parliamo al telefono;Spegnere gli apparecchi che fanno uso di onde elettromagnetiche;Evitare di dormire con lo smartphone acceso accanto al letto.
Quante radiazioni emette il Wi-Fi?
Elettrosmog in casa: meglio il Wi-Fi rispetto alla rete cellulare Per minimizzare l’esposizione ai campi elettromagnetici, l’Appa Bolzano consiglia di navigare sul web utilizzando la connessione alla rete Wi-Fi piuttosto che quella alla rete mobile, soprattutto in casa ma anche all’aperto.
- Video su YouTube.
- Se si parla di campi elettromagnetici si pensa subito alle stazioni radio base per la telefonia cellulare e ai tralicci dell’alta tensione, dimenticando però che anche in ambito domestico tutte le apparecchiature elettriche ed elettroniche accese, quali ad esempio forno a microonde, piano cottura ad induzione, rasoi elettrici ma anche Wi-Fi e cellulari, emettono campi elettromagnetici.
Wi-Fi o rete mobile? La crescente diffusione di apparecchiature e di nuove tecnologie (domotica, smarthome ecc.) e il crescente utilizzo del cellulare sia nel tempo libero sia al lavoro (prenotazione viaggi, tickets, benessere, uso di “app” di vario genere e tipo ecc.) aumentano la possibile esposizione di ciascuno di noi ai campi elettromagnetici anche nelle proprie abitazioni.
Per minimizzare la propria esposizione, senza dover rinunciare agli indubbi vantaggi offerti dalle nuove tecnologie, l’Appa Bolzano consiglia di navigare sul web utilizzando la connessione alla rete Wi-Fi piuttosto che quella alla rete mobile, sia in casa che all’aperto. “Soprattutto in casa e dove è disponibile – spiega Luca Verdi, direttore del Laboratorio Analisi aria e radioprotezione dell’Appa Bolzano – è preferibile la rete Wi-Fi.
Le antenne Wi-Fi, infatti, emettono onde elettromagnetiche per 0,1 Watt di potenza contro i 3000 Watt delle antenne della rete mobile”. Scegliere il Wi-Fi significa quindi diminuire drasticamente l’inquinamento elettromagnetico con la stessa qualità di navigazione.
- Già a un metro di distanza dal modem Wi-Fi”, spiega ancora Verdi, “il valore del campo elettromagnetico si riduce sensibilmente.
- È sufficiente quindi posizionarlo in un punto della casa in cui le persone non sostano a lungo per ridurre drasticamente l’esposizione personale alle radiazioni”.
- Video realizzato da GNews su incarico dell’Appa Bolzano) Minor elettrosmog per la comunità Inoltre, non usando la rete cellulare si evita di aumentare inutilmente l’inquinamento elettromagnetico in un’ampia area per l’utilità di una singola persona.
“Un minor carico della rete cellulare significa un minore inquinamento elettromagnetico per la comunità e di conseguenza una minore necessità di continui potenziamenti della rete cellulare”, aggiunge Verdi. Collegandosi alla rete cellulare in ambienti chiusi come in casa (ma anche in auto, in treno ecc.) la qualità del segnale cellulare è peggiore.
Di conseguenza sia il telefono che il ripetitore aumentano la potenza di trasmissione perché fanno più fatica a “collegarsi”. “Usare la rete cellulare rispetto al Wi-Fi è come leggere un libro usando la luce del lampione stradale, invece che la lampada da tavolo” esemplifica Verdi. Altro mito da sfatare: se si vede sul proprio cellulare le reti Wi-Fi dei vicini di casa, non significa che si è esposti a campi elettromagnetici elevati.
In realtà si vedono tanti segnali perché i ricevitori dei cellulari sono estremamente sensibili e mostrano tutte le reti disponibili, seppur debolissime. È possibile inoltre che nell’elenco delle reti Wi-Fi appaiano anche le reti degli ultimi collegamenti effettuati, pur non essendo raggiungibili in quel momento.
Da queste non risulta alcun impatto elettromagnetico. L’uso intelligente del Wi-Fi sarà uno dei temi centrali della campagna ” Uso consapevole del cellulare ” che l’Appa Bolzano, in collaborazione con l’Agenzia di stampa e comunicazione della Provincia e altre ripartizioni provinciali (sanità, intendenze scolastiche, informatica, mobilità, protezione civile) darà il via a partire da metà febbraio 2019.
Ulteriori informazioni sui campi elettromagnetici sono disponibili sul sito web dell’Appa Bolzano sotto il tema ” “. : Elettrosmog in casa: meglio il Wi-Fi rispetto alla rete cellulare
Come isolare una stanza dalle radiazioni?
Le radiazioni ionizzanti – dovute alla radioattività naturale od a sorgenti artificiali – fanno parte della nostra vita. Di solito, la maggior parte di quelle che ci colpiscono sono radiazioni di fondo sempre presenti nell’ambiente, e solo una piccola parte è opera diretta o indiretta dell’uomo.
- Fortunatamente, quindi, ci sono poche situazioni in cui una persona media è esposta (e di solito per breve tempo) a fonti di radiazioni ionizzanti incontrollate sopra il normale livello di fondo.
- Tuttavia, è opportuno prepararsi ad eventi imprevisti e potenzialmente catastrofici – quali un serio incidente in una centrale nucleare in un Paese confinante, l’esplosione in atmosfera di una bomba nucleare, un attacco terroristico con una bomba “sporca”, etc.
– e sapere cosa fare se si verifica una situazione del genere. Uno dei modi migliori per essere preparati è quello di comprendere i principi fondamentali di protezione dalle radiazioni ionizzanti. Gli effetti sulla salute di una sorgente dipendono dalla sua potenza, dalla distanza che ci separa da essa, dal tempo totale per il quale vi siamo esposti, e dal livello di schermatura interposto.
Durante un’emergenza – una grande diffusione di materiale radioattivo nell’ambiente – possiamo usare questi principi per proteggere noi stessi e le nostre famiglie. Tempo, distanza e schermatura Dato che sulla potenza della sorgente non possiamo di solito agire direttamente, possiamo agire sugli altri tre aspetti – tempo, distanza e schermatura – per ridurre al minimo l’esposizione alla radiazione ionizzante, nello stesso modo in cui ci proteggiamo dall’eccessiva esposizione al sole: Tempo.
Per le persone che sono esposte a radiazioni ionizzanti, in aggiunta alla normale radiazione di fondo, il limitare o minimizzare il tempo di esposizione riduce la dose assorbita dalla sorgente; Distanza. Esattamente come il calore di un incendio si riduce quando ci si allontana, analogamente la dose di radiazione decresce notevolmente all’aumentare della distanza dalla sorgente; Schermatura.
Barriere di piombo, cemento o acqua forniscono una protezione dai penetranti raggi gamma e raggi X. Ciò è il motivo per cui certi materiali radioattivi vengono conservati in stanze isolate con il piombo oppure sott’acqua. Perciò, inserire il corretto materiale schermante fra sé e la sorgente può aiutare a ridurre notevolmente la dose che si riceve, e dunque la probabilità di effetti sulla salute.
Il rischio causato da fonti esterne al corpo può essere ridotto posizionando uno schermo nel percorso della radiazione in arrivo. I vari tipi di radiazioni hanno capacità penetranti molto differenti. Mentre i raggi alfa e beta possono essere fermati da strati comparativamente sottili di materiale, i raggi gamma (ed anche i raggi X, come quelli usati in ambito radiologico) sono molto più difficili da assorbire.
- Le radiazioni alfa e beta possono essere fermate da pochi millimetri di alluminio, ma hanno un elevato potere ionizzante nel loro breve percorso attraverso la materia.
- I raggi gamma, al contrario, non ionizzano finché non interagiscono con un elettrone di un nucleo oppure direttamente con il nucleo di un atomo.
Ciò li rende relativamente difficili da assorbire nella radioprotezione. Materiali per la schermatura dei vari tipi di radiazioni ionizzanti. Prima di mettere in atto qualunque tipo di protezione, i rischi dovranno venire compresi correttamente. Quando si tratta di radioattività o di radiazioni ionizzanti, le tre cose che devono essere attentamente monitorate dal punto di vista quantitativo sono l’attività della fonte (in becquerel), la quantità di energia assorbita nel corpo (in gray) e, soprattutto, la dose “biologica” (in millisievert).
- I due principali pericoli sono quelli dovuti all’irradiazione e alla contaminazione.
- L’irradiazione è causata da raggi gamma o X emessi da una sorgente esterna, contro i quali si possono interporre schermi protettivi.
- La contaminazione, d’altra parte, è il pericolo posto dal contatto, dall’inalazione o dall’ingestione di sostanze radioattive.
In questo caso, i danni derivano principalmente dalle particelle alfa e beta. In caso di emergenze radiologiche Durante un’emergenza radiologica – ovvero una grande diffusione di materiale radioattivo nell’ambiente, ad es. per una delle ragioni illustrate all’inizio – come suggerito dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente (EPA) statunitense, i seguenti consigli sono stati testati e dimostrati fornire la massima protezione: Le tre cose da fare in un’emergenza radiologica.1 – Riparatevi all’interno. Quest’azione viene chiamata “riparo in loco”. Significa andare subito all’interno di un edificio: possibilmente, al centro dell’edificio o in un seminterrato, lontano da porte e finestre.
Portate gli animali domestici con voi, se ne avete e non dovete perdere tempo per cercarli. Le pareti di un edificio, infatti, possono bloccare gran parte delle radiazioni nocive. Il materiale radioattivo si deposita all’esterno degli edifici, quindi la cosa migliore da fare è stare lontano dalle pareti e dal tetto dell’edificio.
Se possibile, spegnete i ventilatori, i condizionatori d’aria e le unità di riscaldamento ad aria forzata che portano aria dall’esterno. Chiudete anche il condotto del camino. Prima di entrare nell’edificio, se è possibile, rimuovi con attenzione lo strato esterno dell’abbigliamento.
- Il materiale radioattivo può aderire ai tuoi vestiti ed al tuo corpo, come fa la polvere.
- Una volta dentro, lava le parti del tuo corpo che sono state scoperte quando eri fuori.
- Poi mettiti dei vestiti puliti, se è possibile.
- Ciò contribuirà a limitare l’esposizione alle radiazioni e impedire la diffusione di materiale radioattivo.
Anche se sei in auto o in un veicolo, entra subito in un edificio. Le auto non forniscono una buona protezione dal materiale radioattivo. Se puoi raggiungere un edificio o un seminterrato in cemento in pochi minuti, vacci, perché essere all’interno di qualsiasi edificio è più sicuro che lo stare al di fuori.2 – Rimanete dentro,
- Il rimanere all’interno ridurrà la vostra esposizione alla radiazione.
- Poiché i materiali radioattivi diventano più deboli nel tempo, rimanendo all’interno per almeno 24 ore potete proteggere voi e la vostra famiglia fino a quando non è sicuro lasciare l’area.
- Chiudete e bloccate porte e finestre.
- Potreste essere stati contaminati con materiale radioattivo se eravate fuori in una zona in cui si è verificata un’emergenza radiologica.
Pertanto dovete fare un’auto-decontaminazione. Fate una doccia o strofinate le parti esposte del corpo con un panno umido. Se possibile, indossate guanti impermeabili e una mascherina per la polvere quando pulite voi o altre persone o degli animali. Anche se l’acqua del rubinetto fosse già contaminata, sarebbe comunque possibile utilizzarla per la decontaminazione.
- Infatti, qualsiasi materiale radioattivo che entrerà nell’ acqua di superficie o in sorgenti di acqua sotterranea verrà diluito a livelli molto bassi dall’acqua e quest’ultima sarà sufficientemente sicura da usare per il lavaggio della pelle, dei capelli e degli indumenti.
- Il materiale radioattivo può cadere dall’aria come la polvere o la sabbia e contaminare gli oggetti sottostanti, come edifici, automobili, strade, acqua, piante, verdure, etc.
Pertanto, bevete solo acqua in bottiglia o altre bevande da contenitori sigillati e mangiate solo il cibo conservato in contenitori sigillati (lattine, bottiglie, scatole, etc.), oppure conservato nel frigo o in una dispensa. Pulite i contenitori di alimenti con un panno umido o un asciugamano pulito prima di aprirli.
- Mettete il panno o il tovagliolo usato in un sacchetto di plastica o in un altro contenitore sigillato e mettete la borsa in un posto lontano da altre persone e animali domestici.3 – Rimanete sintonizzati,
- Nei Paesi avanzati, gli addetti all’emergenza sono addestrati per rispondere alle situazioni catastrofiche e forniranno indicazioni specifiche per la sicurezza delle persone.
Cercate quindi di ottenere le informazioni più recenti da radio, televisione, Internet, dispositivi mobili, etc. Sarà importante rimanere sintonizzati una volta entrati in casa o in un edificio per aggiornarsi sulle istruzioni da parte dei responsabili della gestione dell’emergenza.
- Dato che i funzionari addetti sanno di più sull’emergenza, comunicano le informazioni più recenti al pubblico.
- I canali TV all-news, le emittenti radio nazionali ed i social media sono alcuni esempi di modi per ricevere informazioni.
- Se hai un computer o un dispositivo abilitato per navigare sul web, utilizza i siti web di news ed i social media.
Se manca l’energia elettrica a causa di un black-out, può essere utile una radio di emergenza a batteria od a manovella. In alternativa, provate a utilizzare i messaggi di testo (SMS). Le chiamate telefoniche potrebbero essere difficili da realizzare in queste circostanze.
- I funzionari locali della Protezione Civile vi forniranno istruzioni su cosa si dovrebbe fare nella vostra zona.
- Inoltre, dovrebbero fornire informazioni su come comportarsi, su come proteggersi dalla contaminazione radioattiva, su come aiutare gli altri, su come evacuare nel caso fosse necessario, etc.
Riferimenti bibliografici:
Radiation Emergencies, https://emergency.cdc.gov/radiation/ Piano Nazionale per la Protezione contro le Emergenze Radiologiche (2010), http://www.protezionecivile.gov.it/resources/cms/documents/Piano_nazionale_revisione_1marzo_2010.pdf
Quali materiali non fanno passare le radiazioni?
Come proteggersi dalle radiazioni elettromagnetiche – È possibile effettuare delle piccole accortezze in casa per diminuire l’esposizione alle onde elettromagnetiche. Si possono, per esempio, distanziare i letti dalle prese elettriche oppure scollegare i dispositivi elettrici non utilizzati, in quanto anche se spenti gli elettrodomestici producono campi magnetici. Anche lo spessore delle mura, se alto, è una protezione contro l’elettrosmog. I materiali usualmente utilizzati per la protezione dalle radiazioni sono alluminio, carta stagnola, pellicole per finestre, vernici e carte da parati speciali. Per applicare una perfetta schermatura elettromagnetica è importante effettuare su di essa una misurazione di controllo per capire quanto è possibile attenuare i valori del campo elettromagnetico.
Quale materiale scherma le radiazioni?
Radiazione Gamma – La radiazione Gamma viene diffusa (effetto Compton) o assorbita (effetto fotoelettrico e produzione di coppia). Ciò dipendente della densità e dal numero di protoni nel nucleo atomico. È possibile immaginare la diffusione, così come l’assorbimento, come una freccia lanciata in un bosco, la freccia vola tanto lontano o tanto vicino, fino a quando non colpisce un albero e rimbalza (ovvero viene deviata e vola in un’altra direzione) oppure rimane infilzata (ovvero viene assorbita).
Ogni radiazione gamma diffusa viene infine assorbita. Poiché il frenamento delle radiazioni gamma non si svolge in modo continuo, come avviene per le particelle cariche, bensì in modo piuttosto casuale, non è possibile determinare la portata massima delle radiazioni gamma. Invece di portata, per la radiazione gamma si parla di indebolimento dell’intensità della radiazione con densità e spessori crescenti del materiale.
Al contrario delle radiazioni alfa o beta, la radiazione gamma possiede una capacità di penetrazione superiore. Il piombo è la schermatura più comune per le radiazioni gamma in un laboratorio. Se lo spazio disponibile è sufficiente, come in una centrale nucleare, si possono utilizzare rivestimenti spessi anche di altri materiali, come ferro, cemento o acqua.
Le radiazioni ionizzanti possono causare cambiamenti permanenti negli organismi viventi e nei materiali. Nei metalli, l’espulsione degli atomi dalle loro posizioni nel reticolo cristallino altera le caratteristiche del materiale. Tali danni si accumulano, fino a quando i cambiamenti non diventano misurabili, come per esempio l’infragilimento.
Se la radiazione ionizzante colpisce le cellule di un essere umano o di un animale, nei nuclei cellulari si possono verificare interruzioni nei filamenti singoli o doppi del DNA. Tali danni possono essere prevalentemente riparati in caso di intensità minore della radiazione.
Quale cellulare emette più radiazioni?
Gli smartphone con più alti livelli di emissione – L’Ufficio federale tedesco mette a disposizione che consente di effettuare ricerche per marchio, modello e anche livelli di emissioni. I valori Sar indicati sono calcolati all’orecchio (parlando al telefono) e al corpo (tenuto in tasca); i primi ovviamente sono quelli chiave poiché è durante le chiamate il momento che si presume più critico.
- Fra tutti i modelli ad oggi svetta negativamente il Motorola Edge con 1,79 watt di radiazioni per chilogrammo all’orecchio e 1,68 W/kg al corpo.
- Vi sono anche diversi modelli Allview, come ad esempio il P7 Pro (1,82 W/kg) e X4 Soul (1,65 W/kg), ma in Italia non sono molto diffusi.
- Proseguendo nella classifica ecco lo Zte Axon 11 5G con 1,59 W/kg, seguito dal Asus ZenFone 6 con 1,57 W/kg, OnePlus 6T con 1,55 W/kg, Sony Experia AX2 Plus con 1,41 W/kg e Google Pixel 3 XL e 3A XL con 1,39 W/kg.
Evidente come gli indici siano ampiamente nella norma e molto al di sotto della soglia massima stabilita dalla UE.
Quando il telefono è spento emette radiazioni?
(@ffrigerio) Membro Amministratore Forum Confermo che un apparecchio spento non emette onde elettromagnetiche. Nel caso della “saponetta wi-fi” convengo che non è banale sapere quando è spento proprio per la presenza della batteria tampone che, per la verità, non mi risulta avere una grande autonomia. Tuttavia in questo caso è molto facile eseguire la verifica in quanto il dispositivo emette onde elettromagnetiche per farsi “vedere” dai dispositivi presenti, basta quindi verificare nel menù connessioni di un qualunque pc tablet o telefono. Con la solita premessa che il campo elettromagnetico non assume in ogni caso valori significativi, ai fini della minimizzazione, è preferibile che la “saponetta” sia collocata nella posizione della casa dove la ricezione del segnale telefonico è migliore. Anche in questo caso è possibile fare la verifica non con le “tacche” ma con un minimo in più di impegno, andando a ricercare con uno smartphone nel menù Informazioni sul telefono/Stato della SIM la voce “potenza del segnale”. Si trova il valore di potenza del segnale che il dispositivo vede sull’antenna, espresso in dBm. Se il segnale è < -110 voce e dati arrivano con difficoltà, all'aperto in prossimità di una stazione radiobase dello stesso gestore si arriva a -60. Questo perchè il telefono per funzionare ha bisogno di molto meno di 1 mW di potenza che corrisponde a 0 dBm. In casa un valore tra - 100 e -90 dBm va bene, questo per ribadire che i campi elettromagnetici fanno parte della nostra esistenza ma i dispositivi sono molto ma molto più sensibili degli esseri viventi Rispondi Citazione Pubblicato : 7 Gennaio 2021 12:59
Come neutralizzare radiazioni?
Come proteggersi dalla radioattività: i rimedi possibili –
Integrazione di iodio (alga kombu), magnesio e bicarbonato di sodio, Gli esperti dicono che il modo ‘preventivo’ più efficace per evitareche il nostro corpo non assorba iodio radioattivo (131) è quello di introdurre lo iodio ‘buono’ nella nostra dieta in modo da saturare il livello di questo elemento presente nell’organismo. Ovviamente l’assunzione di iodio non deve essere eccessiva e prolungata nel tempo per evitare di stimolare eccessivamente la tiroide, ma di fronte a situazioni di emergenza il consumo di alimenti o sostanze ricche di iodio non avrebbe alcuna implicazione negativa. Le alghe ne sono ricche, così come il bicarbonato di sodio che è ricco anche di magnesio, Il sodio, infatti, è capace di legarsi all’uranio eliminandolo dall’organismo mentre il magnesio contrasta l’azione delle radiazioni alcalinizzando.
Chiaramente, in caso di emergenza sarà difficile fare la spesa per trovare questi alimenti La cosa più immediata è assumere compresse di ioduro di potassio, di cui gli abitanti di una zona in prossimità ad una centrale nucleare o ad un sito radioattivo farebbero bene ad essere forniti. Negli Stati Uniti, per esempio, la Nuclear Regulatory Commission raccomanda che le persone che si trovano in un raggio di 10 miglia dall’epicentro di una crisi nucleare (es. un impianto nucleare in avaria) assumano entro 3/4 ore compresse di ioduro di potassio. Tuttavia, ricordiamo, questa rappresenta una difesa contro uno specifico elemento, lo i odio radioattivo 131 e non il cesio 137 o lo stronzio, che sono invece responsabili dei principali danni alla salute nel lungo termine.
Cos’è la protezione WPA?
Qual è il significato di WPA? – WPA (Wi-Fi Protected Access) significa accesso protetto Wi-Fi ossia si tratta di un protocollo creato per generare reti wireless Wi-Fi sicure grazie alla crittografia dei dati. Rispetto al protocollo WEP, gestisce meglio le chiavi di sicurezza e la modalità di autorizzazione degli utenti. GUIDA PRATICA contro il Phishing: scopri come tutelare la tua azienda!
Che tipo di onde sono quelle del Wi-Fi?
Le onde radio WiFi hanno tipicamente una frequenza di 2.4 gigahertz o 5.8 gigahertz. Queste due bande di frequenza WiFi sono poi suddivise in canali multipli, con ogi canale possibilmente condiviso da più reti diverse.
Come schermare un dispositivo?
Il cosiddetto “Tasso di assorbimento specifico” (SAR) di un telefono rivela la quantità massima di radiazioni che il corpo umano assorbe dal telefono mentre trasmette. I test SAR assicurano che ad es. i dispositivi venduti negli Stati Uniti siano conformi al limite di esposizione SAR stabiliti dalla Federal Communications Commission (FCC), ma il valore singolo, nel peggiore dei casi, ottenuto da questo test SAR non è necessariamente rappresentativo dell’assorbimento durante l’uso effettivo.
Quindi, secondo l’Agenzia nazionale americana per la protezione dei consumatori, “non è raccomandato l’uso del dato su questo SAR misurato nei test per dei confronti tra telefoni cellulari o per valutazioni del rischio che si corre nel loro utilizzo”, basandosi sull’idea che a un minor valore di questo SAR corrisponda un minore rischio per la salute.
In breve, la scelta di un telefono con SAR più basso non garantisce in modo affidabile un minore assorbimento di radiazioni durante l’uso. Oggi si trovano facilmente online le info sul SAR dei telefonini. Ad ogni modo, la media delle emissioni degli smartphone si è, in generale, sensibilmente abbassata negli ultimi anni, ma vi sono comunque ancora dei picchi negativi che dimostrano una scarsa attenzione (in alcuni casi) al tema delle radiazioni.
In pratica, potete trovare sul mercato apparecchi con un SAR, ad esempio, di 1,7 W/kg (che ovviamente sono fra i peggiori modelli) e altri con un SAR finanche di 0,2 W/kg, cioè livelli bassissimi che fanno classificare questi modelli fra i migliori. Tuttavia, attenzione quando consultate le tabelle online, perché alcuni produttori rilasciano le specifiche del SAR a 5 mm di distanza, altri le rilasciano a 15 mm, ovvero una distanza 3 volte superiore.
Dunque è ovvio che se io produttore rilascio gli indici SAR di un mio telefono da una distanza di 15 mm, risulterà che emette meno radiazioni di un altro smartphone per il quale l’indice SAR è riportato a 5 mm di distanza, ma magari se si prendono entrambi a 5 mm o entrambi a 15 mm, il risultato potrebbe essere differente, e quello che prima sembrava peggiore, in realtà, potrebbe emettere meno radiazioni. Occorre fare attenzione quando si confronta il SAR di due telefonini di produttori diversi, poiché la misurazione potrebbe essere avvenuta a distanza diverse dal corpo nei due casi. Controllate quindi anche le istruzioni d’uso dei singoli telefonini. Ricordiamo che non esiste ancora una normativa specifica italiana che regolamenti i limiti di esposizione per i cellulari, ed in particolare al loro campo elettrico. Nel mondo, vari Paesi hanno definito dei limiti di sicurezza di esposizione relativi a un’unità di misura di fatto “inventata” per l’occasione, il SAR. Ad esempio, negli Stati Uniti la Commissione Federale per le Comunicazioni (FCC) impone un SAR inferiore a 1,6 W/kg, misurato su 1 grammo di tessuto Nell’Unione europea, come fissato dal Comitato europeo di normazione elettrotecnica (CENELEC), il valore massimo consentito è di 2 W/Kg, misurati su 10 grammi di tessuto. Gli esperimenti fatti sull’uomo e sugli animali indicano che un assorbimento esteso a tutto il corpo fra 1 e 4 W/kg comporta un’aumento di temperatura inferiore a 1 °C. L’esposizione prolungata con SAR > 4 W/kg provoca aumenti di temperatura interna superiori a 1-2 °C e può risultare in danni irreversibili negli animali di laboratorio. Il limite di 2 W/kg è stato fissato tenendo conto del fatto che: l’esposizione non è continua; il metabolismo del cervello è più elevato di quello del corpo, per cui le sue capacità di termoregolazione sono superiori. Gli effetti sulla temperatura del corpo dei topolini a seguito dell’esposizione a vari valori di SAR dei telefonini, come scoperto dal National Toxicology Program americano nel loro studio decennale presentato di recente (v. l’articolo ” Antenne telefonia e cancro: lo studio Ramazzini “).
Si noti che le radiazioni non-ionizzanti, quali le radiazioni elettromagnetiche sono, non trasportano sufficiente energia per singolo quanto per ionizzare atomi o molecole – ovvero, per rimuovere completamente un elettrone da un atomo o molecola – per cui, anziché produrre ioni carichi attraversando la materia, la radiazione elettromagnetica ha sufficiente energia solo per eccitare il movimento di un elettrone ad uno stato energetico superiore, perciò non si può parlare di dose assorbita,
Nondimeno, diversi effetti biologici (termici e non) vengono osservati per diversi tipi di radiazioni non-ionizzanti. Tuttavia, misurare direttamente la dose assorbita da un organismo (SAR) è assai difficile e comunque non si può fare “in vivo”. Per fortuna, il SAR si può ottenere con buona precisione misurando con degli opportuni strumenti di livello professionale il campo elettrico (in V/m) oppure l’intensità dell’onda (in W/m 2 ) che arriva sul corpo in esame. Un calcolatore online per il calcolo del SAR dal valore del campo elettrico. Pertanto, il SAR è proporzionale all’intensità del campo elettrico (secondo il biologo Fiorenzo Marinelli, il limite di 2 W/kg è come “autorizzare” un campo elettrico reale fino a 307 V/m!), che possiamo facilmente misurare con uno strumento dal costo relativamente contenuto, soprattutto se ci accontentiamo di misurazioni relative, non assolute, dato che vogliamo scegliere il telefono cellulare con SAR più basso, e dunque una misura relativa del campo elettrico – effettuata, ad esempio, per confrontare il livello di emissione dei vari modelli di telefonino durante un tentativo di chiamata all’interno di un negozio – è quanto basta. Prima di acquistare un telefonino sarebbe bene testarlo con un misuratore RF, rispetto ad altri modelli, e nella stessa stanza, poiché anche la distanza dalla stazione radio base influisce moltissimo sulla potenza prodotta da un apparecchio. Inoltre, il SAR non è l’unico aspetto da considerare.
Oggi il passaggio a scocche totalmente in vetro ha contribuito a diminuire le radiazioni medie generate, rispetto alle precedenti generazioni che prevedevano delle scocche interamente in alluminio. Come ben saprete, il metallo non è amico della trasmissione e quindi era necessario dare più potenza alle antenne per avere la stessa qualità di segnale.
Dunque, conviene evitare i cellulari o gli smartphone dotati di una scocca metallica. Un ulteriore elemento che – dati alla mano, salvo qualche eccezione – sembra influenzare le emissioni degli smartphone è la loro dimensione, la quale appare essere inversamente proporzionale alle emissioni stesse: in altre parole, più è grande il dispositivo e più è basso il suo valore SAR. Interno di uno degli smartphone più noti: l’iPhone. La schermatura fai-da-te di un cellulare Occorre innanzitutto fare distinzione fra lo schermaggio totale e parziale di un telefonino. Nel primo caso, ottenibile ad esempio avvolgendo completamente il cellulare in un foglio di carta stagnola, oppure chiudendolo in una scatola di metallo, il cellulare viene completamente isolato e non può ricevere chiamate: in pratica, se provate a farlo squillare chiamando da un altro telefono, rimarrà muto.
Di conseguenza le scuole italiane, che di recente hanno comprato delle sacche schermanti per riporvi i cellulari degli studenti affinché non li usino durante le lezioni, avrebbero certamente potuto risparmiare molti soldi acquistando delle normali buste di carta o imbottite per spedizioni, contrassegnandole con il nome dello studente e riponendo poi le buste con il cellulare dentro una grande scatola metallica come quelle per conservare il denaro.
Avrebbero infatti ottenuto il medesimo risultato. Per schermare e isolare del tutto dei telefonini accesi basta metterli in una scatola di metallo (che ovviamente andrà poi chiusa). Ciò accade perché la scatola di metallo si comporta come una cosiddetta “gabbia di Faraday”. Con gabbia di Faraday si intende, in pratica, qualunque sistema costituito da un contenitore in materiale elettricamente conduttore in grado d’isolare l’ambiente interno da un qualunque campo elettrostatico presente al suo esterno, per quanto intenso questo possa essere.
Dato che i campi elettromagnetici a radiofrequenza sono composti da un campo elettrico e uno magnetico strettamente accoppiati, l’interno della gabbia viene schermato. Una gabbia di Faraday ideale consiste in un guscio ininterrotto, perfettamente conduttore. Questo ideale non può essere raggiunto sempre, ma può essere ottenuto utilizzando, ad esempio, una retinatura di rame a maglie fini, ben più piccole della lunghezza d’onda della radiazione che si intende schermare.
Si noti che con una gabbia di Faraday non è possibile schermare il campo magnetico lentamente variabile prodotto dai campi a bassa frequenza, come ad esempio quelli degli elettrodotti. Una volta chiusi i telefonini nella scatola, chiamandoli il campo non cambia. Naturalmente, in modo analogo è possibile schermare dai campi elettromagnetici esterni a radiofrequenza anche un letto o una stanza (come accade ad es. in alcuni laboratori dove occorre una “camera bianca” del tutto priva di interferenze elettromagnetiche), ma occorre che non vi siano fessure, cosa che per una stanza è più difficile da ottenere.
Inoltre, per una maggiore efficacia, è bene che la gabbia sia collegata alla terra: ad esempio, alla tubatura dell’acqua o almeno dei termosifoni. Tutt’altra storia è, invece, lo schermaggio parziale del telefonino, che talvolta è un vero e proprio “boomerang”, per chi lo tentasse “alla cieca” o con i prodotti sul mercato, che affermano senza prove di bloccare finanche il 99 percento delle radiazioni emesse dai cellulari.
Lo dimostrano numerosi articoli sull’argomento, di cui riassumiamo qui il “succo”, oltre che esperimenti molto semplici che chiunque può fare con l’ausilio di un misuratore di segnale nelle radiofrequenze e microonde. Non sempre frapporre uno schermo vicino a un telefonino acceso è una buona idea. Infatti, se si scherma il segnale di campo, il telefonino aumenta la potenza emessa. Si potrebbe pensare che, come per le sorgenti radioattive (che emettono radiazioni ionizzanti), si possano schermare le sorgenti di onde elettromagnetiche a radiofrequenza usando un qualche tipo di schermo, ad esempio metallico.
Tuttavia, abbiamo testato quest’idea in casa ponendo una parete metallica di 15 cm 2 e da 1 mm di spessore fra il corpo e il cellulare in chiamata (posto a circa 1 metro dal corpo), e il campo elettrico misurato vicino al corpo è aumentato del 10-20%, mentre in un’altra casa e usando uno schermo più grande è calato di circa 10 volte.
In pratica, l’idea di proteggere il proprio corpo con involucri metallici usati per avvolgere gran parte del cellulare è da scartare, mentre in casa o in postazioni fisse il porre il telefonino dietro un grande pannello coperto di carta stagnola, e opportunamente orientato, può funzionare bene.
Ma occorre verificarlo con delle misurazioni. Infatti, lo schermo può far sì che i ripetitori ricevano il segnale dal cellulare con maggiori problemi o interferenze, e segnalino a loro volta al telefonino che l’emissione deve essere aumentata perché la loro ricezione sia ottima I prodotti schermanti: perché non funzionano Anche i prodotti schermanti in commercio propagandati come protezione degli utenti di telefoni cellulari dalle radiazioni non funzionano, di solito, come pubblicizzato e, anzi, in genere fanno sì che cellulari e dispositivi wireless emettano ancora più energia di quanto non farebbero se venissero usati normalmente, senza di essi.
In pratica, non vi sono prove scientifiche che questo tipo di prodotti funzionino, ma venditori senza scrupoli approfittano dell’ignoranza delle persone sull’argomento. Uno studio condotto negli Stati Uniti dal Corporate EME Research Laboratory e dai Motorola Research Laboratories ha testato 9 diversi schermi di radiazione per cellulare, 5 dei quali affermavano di bloccare il 99% delle radiazioni dei telefoni cellulari. Test di uno dei tanti prodotti “schermanti” in commercio. Come si vede, l’emissione prodotta dal cellulare aumenta anziché diminuire. (fonte: www.techwelness.com) Fra l’altro, i telefoni cellulari emettono la maggior parte dell’energia elettromagnetica dall’antenna e da altre parti del telefono, non dall’auricolare, mentre in alcune pubblicità ingannevoli talune aziende si vantano di schermare efficacemente ma non menzionano il fatto che i loro dispositivi non fermeranno questo tipo di radiazioni.
Gli schermi in questione possono anche interferire con il segnale di un telefonino, provocando un aumento di potenza ed emettendo più energia. I test hanno dimostrato che molti di questi prodotti schermanti possono ridurre l’esposizione solo quando il telefono è impostato sul trasmettere alla massima potenza.
Tuttavia, poiché i telefoni hanno il controllo automatico della potenza, questi schermi o non fanno assolutamente nulla oppure fanno lavorare di più il telefono, trasmettendo più energia sotto forma di onde elettromagnetiche e riducendo la durata della batteria.
Inoltre, il segnale in ingresso viene ridotto, per cui il telefono non funziona in aree con segnale insufficiente. Se c’è un pericolo per la salute, dunque, la schermatura dei cellulari (necessariamente parziale se si vuole poter usare il telefonino o poter ricevere chiamate) non è la soluzione. Le agenzie governative di tutto il mondo hanno delle linee guida che consigliano agli utenti di telefoni cellulari che desiderano limitare l’esposizione alle emissioni elettromagnetiche di limitare l’uso del telefono cellulare, utilizzare un auricolare a mani libere ed evitare l’uso di telefoni cellulari in cui il segnale è debole, non certo di buttare i propri soldi in inutili prodotti che non solo non risolvono, ma addirittura esacerbano, il problema.
Non siamo riusciti a trovare un vero esperto di campi elettromagnetici che raccomandi un involucro di blocco delle radiazioni o anti-radiazioni per il cellulare. Quindi, se un cosiddetto “esperto di campi elettromagnetici”, all’interno della pubblicità di un prodotto, sta raccomandando un qualsiasi tipo di involucro anti-radiazioni, probabilmente non è tanto esperto e non va preso in seria considerazione.
State quindi in guardia dalle truffe e dalle offerte di adesivi o filtri di radioprotezione. Inoltre, la stessa Federal Trade Commission (FTC), l’agenzia nazionale americana per la protezione dei consumatori, ha sottolineato che “non ci sono prove scientifiche che i cosiddetti schermi o prodotti schermanti riducano significativamente l’esposizione a queste emissioni elettromagnetiche.
Infatti, i prodotti che bloccano solo l’auricolare – o un’altra piccola parte del telefono – sono totalmente inefficaci perché l’intero telefono emette onde elettromagnetiche”. Se abiti nel Nord Italia, puoi senza dubbio considerare l’idea di usufruire dell’ampio servizio di misurazione dei campi elettromagnetici indoor e outdoor (antenne fisse radio-TV e/o telefonia mobile, Wi-Fi, telefoni cordless, smartphone, forno a microonde, etc.) fornito da Abitest House Doctor,
Emissioni SAR: quali smartphone emettono più radiazioni elettromagnetiche?, http://www.tecnologici.net/emissioni-sar-quali-smartphone-emettono-piu-radiazioni-elettromagnetiche/ Cell Phone Radiation Scams, https://www.consumer.ftc.gov/articles/0109-cell-phone-radiation-scams Best Anti Radiation EMF Block Phone Cases:Do They Work?, https://techwellness.com/blogs/expertise/anti-radiation-phone-shield-case-review FTC: Cell Phone Shields Don’t Work, https://www.cbsnews.com/news/ftc-cell-phone-shields-dont-work/ Do Cell Phone Radiation Shields Work?, http://www.center4research.org/cell-phone-radiation-shields-work/ Piccola guida ai campi elettromagnetici, http://people.roma2.infn.it/~carboni/campi-EM/campi.html